MERCI BEAUCOUP

Renato Rascel

Trinità dei Monti, quasi verso mezzodì,

Roma è tutta in fiore sotto il ciel primaveril,

E una francesina, puro stile di Paris,

Mi domanda timida: "Monsieur, quelle heure est il?"


Le rispondo: "È mezzogiorno, ossia midi".

Lei sorride e si confonde sussurandomi così:


"Merci beaucoup, thank you, grazie tanto"

Che è, su per giù, come un esperanto.

Lei s'allontana e le fò: "Oh...pardon,

Se crede le posso far da Ciceron".


"Merci beaucoup", mi rispose ancora

E non so più quel che accadde allora.

Però a Villa Borghese, la sera, a tu per tu,

Fui io che dissi a lei: "Merci beaucoup".


Io col mio francese, lei storpiando l'italian,

Stemmo sempre insieme coniugando il verbo amar.

Fino a che una sera, con le mani nelle man,

Lei mi disse in lacrime: "Io parto, au revoir".


È in pertenza il vagon-lit che va a Paris,

In silenzio ci guardiamo, poi lei mormorò così:


"Merci beaucoup, thank you, grazie tanto.

Merci beaucoup, posso dir soltanto,

Per tutti i giorni trascorsi insiem,

Per quando hai detto: "Je t'aime, je t'aime, je t'aime"


"Merci beaucoup, t'ho voluto bene,

Ed anche tu m'hai voluto bene".

È lontano già il treno, non ti vedrò mai più,

Ma il cuor ti dice ancor: "Merci, merci beaucoup!"